Stamani, venerdì 29 giugno, la cerimonia, alla presenza del Prefetto Tagliente, del Sindaco Filippeschi e delle altre autorità cittadine,conclusa dalla benedizione dell’Arcivescovo Giovanni Paolo Benotto.
Investimento da 1,2 milioni di euro, di cui 630mila finanziati dalla Fondazione Pisa, 30mila dal Comune e il resto dall’otto per mille alla Chiesa cattolica. E’ l’opera voluta dalla diocesi per ricordare San Ranieri nell’850esimo anniversario dalla morte Seicentocinquanta metri quadrati coperti, realizzati sotto la chiesa del Cep, nei locali un tempo occupati dallo storico cinema teatro “20+1” dei salesiani, abbandonati da tempo L’arcivescovo Benotto: «Oggi San Ranieri sarebbe sicuramente contento perchè lui è stato il Santo della Carità e quest’opera, pensata per ricordarlo nell’850esimo dalla morte, è quanto di meglio potesse essere realizzato per conservarne viva la memoria» Il Sindaco Filippeschi: «Abbiamo sostenuto questo progetto fin dall’inizio e continueremo a farlo, perchè questo centro è destinato a diventare un polo di solidarietà di rilevanza regionale che, quindi, dovrà continuare a contare sul sostegno di tutta la città» Pisa 29 giugno 2013 – Il comunicato della Caritas – Su il sipario su la «Cittadella della Solidarietà», l’emporio di generi alimentari e abiti usati, nonchè polo di servizi e luogo di aggregazione sociale, voluto dalla chiesa pisana per ricordare l’850esimo anniversario dalla morte di San Ranieri. E che è stato realizzato proprio lì, nei 685 metri quadrati al di sotto della chiesa del Cep, dedicata al santo protettore della città che per anni hanno ospitato il “20+1”, lo storico cinema teatro dei salesiani da tempo inutilizzato e in disuso ma che ha segnato la storia del popolare quartiere realizzato all’inizio degli anni ’60 sulla riva destra dell’Arno dato che il “20+1”, e in generale, l’oratorio dei salesiani con gli impianti sportivi e gli altri spazi per la socializzazione furono, una grande intuizione e un’innovazione capace di leggere e tradurre i bisogni di un quartiere di cinque mila abitanti che, proprio in quel tempo stava nascendo, e che aveva un’assoluta necessità di luoghi d’aggregazione positivi.
L’inaugurazione.
«La Cittadella – ha detto il direttore della Caritas don Emanuele Morelli aprendo la cerimonia d’inaugurazione di questa mattina (sabato 29 giugno) – ne eredita spazi e l’intuizione di fondo che è quella di riuscire a realizzare servizi capaci di offrire una risposta ai problemi e ai bisogni del presente: la struttura inaugurata oggi, infatti è un progetto che nasce in un momento di grave crisi economica proprio per andare incontro alle molte famiglie che vivono una situazione di povertà». I lavori, infatti, sono finiti e, anche se la struttura aprirà effettivamente i battenti attorno alla metà di luglio, oggi c’è stata la cerimonia ufficiale d’apertura e la benedizione dell’Arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, mantenendo la promessa fatta un anno fa di “tagliare il nastro” nel mese di giugno, quello per definizione dedicato alle feste della tradizione cittadina e, in particolare, alla celebrazione di San Ranieri. Di fronte alla chiesa del Cep, insieme all’arcivescovo e al direttore della Caritas diocesana, si sono ritrovati il sindaco di Pisa Marco Filippeschi, il presidente della Fondazione Pisa Claudio Pugelli, quello della Provincia Andrea Pieroni e il rappresentanti di Unicoop Firenze Luciano Rossetti, oltre ovviamente agli operatori e ai volontari della Caritas diocesana che hanno accompagnato autorità e ospiti del quartiere nella visita del nuovo centro. «Oggi San Ranieri sarebbe sicuramente contento perchè lui è stato il Santo della Carità e quest’opera, pensata proprio per ricordarlo nell’850esimo dalla morte, è quanto di meglio potesse essere realizzato per conservarne viva la memoria – ha detto monsignor Benotto prima della benedizione -: arriva cinquant’anni dopo la realizzazione della stessa Chiesa del Cep, anch’essa dedicata al patrono della città, che costituisce l’altra faccia di quello che, grazie alla Cittadella, è diventato un polo di condivisione a trecentosessanta gradi dato che sopra vi è quella spirituale, dell’Eucarestia, e sotto quella più concreta e materiale della Carità». «Sono sinceramente emozionato per il significato di quest’opera e anche per il contributo che darà agli intereventi in favore delle fasce marginali della città che già oggi, in una congiuntura economica così difficile, possono contare su servizi rilevanti sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, pure nel cuore del centro storico, anche grazie al lavoro del terzo settore e del volontariato e in particolare della Caritas – ha aggiunto il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi –: abbiamo sostenuto la Cittadella fin dall’inizio e continueremo a farlo, per quelle che sono le nostre competenze e possibilità, perchè questo è destinato a diventare un polo di solidarietà di rilevanza regionale che, quindi, dovrà continuare a contare sul sostegno di tutta la città». Da qui ha preso le mosse anche la riflessione di Claudio Pugelli, Presidente della Fondazione Pisa che ha sostenuto una parte significativa dell’investimento necessario alla realizzazione della struttura: «Noi abbiamo dato il nostro contributo perchè riteniamo che questa una delle opere di solidarietà più importanti della città – ha detto – ma senza l’impegno costante e quotidiano della Caritas e dei suoi volontari oggi non saremmo arrivati a questo punto perchè per realizzare interventi di questo genere i soldi certo sono necessari, ma non bastano: occorre anche una grande intelligenza e tanta abnegazione».
La Cittadella della Solidarietà.
L’ingresso sarà sempre da Piazza San Ranieri, lo stesso accesso da cui, per anni, generazioni di bambini e ragazzi del Cep erano soliti entrare al cinema e al circolo “20+1”. Da qui si arriva direttamente all’interno di quello che è un vero e proprio supermercato della solidarietà, 685 metri quadrati di superficie coperta, un tempo occupate dal bar e dalle poltroncine e dal palcoscenico del vecchio teatro in cui saranno distribuiti generi alimentari e di prima necessità e abiti nuovi ed usati alle famiglie indigenti e in difficoltà economica, l’ufficio degli operatori, mentre a sinistra un ampio magazzino per lo stoccaggio della merce, con accesso carrabile da dietro in modo da consentire ai furgoni di entrare e scaricare all’interno. Sulla destra, invece, c’è un’ampia sala riunioni per attività d’animazione nel quartiere, che ospiterà anche servizi per i cittadini come uno sportello del patronato ACLI. Tutti gli spazi sono privi di barriere architettoniche.
L’investimento.
E’ stato di 1,2 milioni di euro ed è stato finanziato con i fondi dell’otto per mille della diocesi e e grazie al sostegno della Fondazione Pisa che ha erogato un contributo di 624mila euro mentre l’amministrazione comunale ne ha messi a disposizione altri 30mila e assicurato il supporto costante dei propri uffici sia nella progettazione architettonica che in quella sociale, circa 60mila euro sono venuti dalle ACLI (5xmille) e 10mila euro dalla Fondazione “Il cuore si scioglie”, gran parte degli arredi sono stati donati da UniCoop Firenze.
La gestione.
Dal punto di vista operativo l’emporio sarà gestito dalle cooperative sociali “Axis” e “Il Simbolo” e strutturato come un moderno supermercato a cui gli ospiti potranno accedere con una tessera collegata ad un sistema informatico di gestione delle casse: il terminale riconoscerà le generalità della persona ed i punti ad essa associati spendibili all’interno del “negozio”, individuati in base ai bisogni, da parte di una commissione di valutazione composta da operatori pubblici e privati che si occupano quotidianamente di povertà e disagio sociale. Gli ospiti, quindi, potranno fare la spesa gestendosi il credito disponibile in base alle proprie esigenze dato che a ciascun alimento sarà attribuito un punteggio generalmente inferiore al suo valore di mercato. Tutti i prodotti sono donati gratuitamente grazie all’opera del Banco Alimentare, collette e donazioni private, al progetto “Buon Fine” della Coop che si propone il recupero a fini sociali di quei prodotti rimasti invenduti, assolutamente ancora buoni ma che a causa della scadenza ravvicinata, delle ammaccature sulla confezione o in quanto residui di attività promozionali non possono più essere riproposti sugli scaffali ed alla rete di produttori locali che saremo in grado di costruire. In modo simile funzionerà anche l’emporio degli abiti usati che diverrà la fase conclusiva di “Abitiamo l’usato”, il progetto promosso dalla Caritas Pisa insieme ad Acli e San Vincenzo de’Paoli: tutti gli abiti saranno donati gratuitamente mediante la stessa tessera a punti utilizzabile anche per i generi alimentari.